Centro Velico Naregno

4 Scuffie con l’Hobie Cat

scuffia con catamarano

  • 26 Febbraio 2020

A differenze delle derive tradizionali che si rovesciano di lato il catamarano lo può fare sopra-vento, sottovento, di poppa e di prua. Vediamo perché e come uscirne.

Silvia Guerra, responsabile del Centro Velico di Naregno ( nonché formatore di istruttori per la Uisp e per l’associazione italiana Hobie-cat ) svela i segreti tecnici per la conduzione dei catamarani.

Questo mese parliamo della scuffia in catamarano. La prima cosa da capire è come questo tipo di imbarcazione possa scuffiare.

A differenza di una normale deriva che scuffia di lato, su un catamarano ciò può accadere su tutti e quattro i lati.

Scuffia di poppa

Se in virata l’equipaggio è troppo arretrato si verifica la scuffia di poppa. Il trampolino prende vento ( in particolar modo se non è di quelli “mesh” ovvero a maglie larghe e si finisce in acqua.

Scuffia sottovento

Il caso più comune è quello della scuffia sottovento in cui è sempre il vento a forzare sul trampolino, e si verifica lascando la vela in ritardo una volta che l’imbarcazione risultasse molto inclinata.

Scuffia sopravento

La scuffia sopra-vento è molto difficile che accada, ma sempre possibile. Se in due al trapezio, ad esempio, si dovesse finire in acqua per un calo improvviso di vento, ci si potrebbe tirare la barca addosso.

Ma ciò che avverrebbe comunque molto lentamente e senza conseguenze.

Scuffia di Prua

Qui parliamo del famoso problema dell’ingavonata.

Perché un catamarano si ingavona? Navigando al lasco ciò può accadere per il troppo peso a prua, per una brusca poggiata, ma l’errore più comune è quello di lascare la vela per ridurre la velocità mentre la cosa migliore da fare è poggiare lentamente in modo da avvicinarsi all’andatura di poppa.

Lascando la scotta della randa la parte alta della vela si svegolare e questo tende a spingere la prua sott’acqua. Ma la barca scuffia perché l’equipaggio vola in avanti: se si riuscisse di tenersi saldamente a poppa, il catamarano non scuffierebbe.

Raddrizzamento

A questo punto, in un modo o nell’altro, ci troviamo in acqua. La prima cosa da fare è non mollare la barca, allontanarsi subito dal centro e spostarsi perché se l’albero dovesse finire sott’acqua, correremmo il rischio di rimanere impigliati e venire trascinati a fondo.

Quindi, sempre tenendo l’imbarcazione, uno dei due membri dell’equipaggio si porta immediatamente a prua, afferra il catamarano e comincia a nuotare facendolo ruotare in modo da posizionare la prua a 45 gradi rispetto al vento così che questo ci aiuti poi a sollevare la vela fuori dall’acqua e una volta raddrizzata non si scuffi nuovamente sottovento.

Il secondo membro dell’equipaggio in piedi sullo scafo in acqua, sporgendosi controlla che le scotte di randa e fiocco siano libere, estrae la cima di recupero, solitamente posizionata nell’apposita tasca del trampolino e la lancia sopra la traversa in modo da potersi appendere per il raddrizzamento.

A questo punto chi ha ruotato la barca lascia la prua e sale sullo scafo insieme al compagno, cercando di far corpo unico per non disperdere il peso ( per l’Hobie Cat 16 ci vogliono 120 chili per poterla raddrizzare o molto, molto vento ).

Ci si appende alla cima di recupero stando dritti con le spalle indietro ( non il sedere e senza toccare l’acqua, quando il catamarano sta per raddrizzarsi molto semplicemente si rimane sotto il cat afferrando il dolphin strinker ( in italiano martingala ).

In questo modo impediamo alla barca di riscuffiare e siamo in sicurezza sia per non prenderla in testa sia per non perdere l’imbarcazione.

Questo si risale a bordo( sempre meglio sopra-vento ma non è fondamentale come sulla deriva, visto la stabilità del mezzo ) rimettiamo tutto a posto e ripartiamo.

Nel caso il catamarano fosse andato a 180 gradi. Da sopra il trampolino ( non serve andare sott’acqua ) liberiamo le scotte e controlliamo che lo stick non blocchi lo spostamento della randa; prendiamo la cima di recupero e la facciamo comunque passare sopra la traversa nel solito modo, ma attenzione, rimanere in piedi sul lato sottovento perché nel frattempo la barca scarroccia e sott’acqua la corrente che si crea per lo spostamento della barca fa forza sulla vela aiutandola a sollevarsi anziché contrastarla.

In pratica ricordare di:

  • non mollare mai l’imbarcazione levandosi subito dal lato sottovento;
  • controllare che le scotte siano libere;
  • posizionare il catamarano a 45 gradi al vento
  • tenersi assicurati al dolphin striker, quando lo scafo si raddrizza

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Un blog di riferimento per chi si dedica all'attività velica in Versilia con multiscafi.

lunedì 16 luglio 2012

Raddrizzamento del catamarano dopo una scuffia, (  autore : harti lö ffler di casagiove istruttore fiv e wws  ),   i. cause della scuffia  e premesse materiali.

  • Scuffia per tecnica erronea, ad es. troppa pressione sulle prue
  • Scuffia per materiale erroneo, ad es. troppo poco volume nelle prue
  • Premessa: giubbotti indossati
  • Premessa: cima di raddrizzamento con nodi savoia, fissata sotto la traversa anteriore 

  II. Le 10 fasi del raddrizzamento

  • Calma ! Nessuno rimane sul catamarano
  • Se l'albero non è stagno e se, quindi, c'è il pericolo che il cat faccia un 180°, un membro dell'equipaggio nuota velocemente verso la penna e la tiene in alto.
  • Sciogliere le scotte ed il carrello.
  • Girare le prue al vento.
  • Il membro dell'quipaggio rimasto sul cat sale sullo scafo in acqua e tira il cat al tendalino/trampolino di modo che la penna non scenda.
  •  Chi ha sollevato la penna nuota verso il cat e sale anche lui sullo scafo in acqua, reggendosi al tendalino.
  • Il più alto dell'equipaggio lancia la cima di raddrizzamento, sopra lo scafo in alto, verso l'equipaggio.
  • L'equipaggio tira il cat verso il basso.
  • Importante: quando il cat scende, l'equipaggio nuota velocemente verso lo spazio tra i due scafi e si aggrappa subito al tendalino, alla cima o ai tiranti sotto la traversa anteriore.
  • L'equipaggio sale a bordo da prua; non da poppa e non lateralmente.

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Scuffia: cosa succede veramente durante un ribaltamento?

Alcuni incidenti in mare, come quello accaduto al grimalkin durante il fastnet del 1979, mettono in luce i pericoli derivanti da un’eventuale scuffia a 180° della barca. oltre ai danni in coperta, come l’eventuale rottura dell’albero, il ribaltamento della barca causa effetti disastrosi anche al suo interno creando un ambiente altrettanto ostile all’equipaggio..

La sicurezza a bordo di una barca non è una scatola gialla con un set di batterie e un pulsante antipanico. E certamente non si può fare affidamento sulla Guardia Costiera. La sicurezza in mare è pensare ai problemi che si possono presentare durante una navigazione e considerare le migliori opzioni possibili per uscirne. Così affermava il giornalista di vela Matt Sheahan qualche anno fa a proposito del Fastnet del 1979. Matt è sopravvissuto a quella terribile regata martoriata da una tempesta senza precedenti ma suo padre David, skipper del loro Nicholson half tonner Grimalkin, è morto con il membro dell’equipaggio Gerry Winks.

Banchi-batterie e cucine di bordo come missili

Dei 303 yacht che presero parte a quella competizione 112 vennero sdraiati in acqua dalle raffiche di vento e in 77 casi le barche scuffiarono con l’albero al di sotto della linea dell’orizzonte. Alcune barche addirittura scuffiarono di 360 gradi. L’inchiesta sul disastro riportava: “Durante questi capovolgimenti in diverse imbarcazioni le cucine e i banchi-batterie cadevano dai loro supporti trasformandosi in missili potenzialmente letali”.

Sulla sua esperienza nel Fastnet del 1979 Matt ha aggiunto: “I pericoli sottocoperta durante una scuffia sono spesso ignorati. Uno dei maggiori problemi a bordo di Grimalkin durante il picco della tempesta era il modo in cui gli oggetti volavano da una parte all’altra degli interni. Ogni volta che lo scafo veniva sdraiato sull’acqua, barattoli di cibo e altri oggetti pesanti volavano attorno al quadrato. Quando Grimalkin venne recuperato, una delle batterie al piombo che era stata assicurata sotto i gradini della scala di accesso, fu trovata incastrata nella prua dello yacht distruggendo la paratia principale”.

Pericoli in coperta durante la scuffia

Durante le regate è abbastanza frequente che imbarcazioni di piccole medie o grandi dimensioni si traversino in presenza di venti forti. Le scuffie a 90 o 180 gradi sono eventi più violenti di qualsiasi tipo di traversamento. Ma per fortuna avvengono molto di rado. In una scuffia a 90 gradi tutto accade in un istante e la barca resta sdraiata fino a quando non riesce a raddrizzarsi da sola. È una situazione estremamente pericolosa che si verifica in modo repentino, inaspettato e può avere una forza di molte volte superiore a quella di un traversamento. Quando il capovolgimento si avvia la sua dinamica è inarrestabile. Se si è così fortunati da ritrovarsi ancora a bordo dopo una scuffia a 90° è frequente essere scaraventati in un angolo del pozzetto, in genere schiacciati da un altro compagno di equipaggio, oppure ci si ritrova sulla coperta aggrappati a un candeliere o alle draglie. Se si è meno fortunati si finisce con il volare oltre i candelieri e la battagliola finendo in mare affidati al solo sostegno del salvagente e della cintura di sicurezza. Quando la barca si raddrizza è necessario risalire a bordo tirandosi con l’ombelicale della cintura.

Una scuffia a 180° è un evento ancora più estremo e violento e comporta un rovesciamento completo dopo il quale la barca resta in posizione rovesciata, l’equipaggio resta intrappolato all’interno della barca o sotto di essa in cabina o nel pozzetto, oppure viene scagliato lontano dall’imbarcazione dove si trova esposto al rischio di essere trascinato e poi portato sott’acqua se le cinture di sicurezza sono rimaste agganciate. Un pericolo aggiuntivo è quello della rottura dell’albero sotto la forza dell’acqua e il moncone metallico affilato e tagliente diventa un’arma potenzialmente letale che potrebbe esporre a gravi lesioni l’equipaggio. Nella peggiore delle ipotesi la scuffia a 180° può portare all’affondamento della barca che in genere si traduce nella perdita di vite umane.

Se sottocoperta è un inferno, facile abbandonare la barca

Nella tempesta del Fastnet ventiquattro yacht vennero abbandonati, anche se tutti tranne cinque furono recuperati dalla Guardia Costiera. Le condizioni a bordo erano così insopportabili nei venti Forza 11 e quelle onde montuose che diversi skipper decisero di abbandonare diverse tonnellate di solide imbarcazioni per i cento chili di gomma delle zattere di salvataggio. Sette concorrenti alla deriva in queste zattere non furono mai ritrovati. Come poteva essere stata presa una decisione così illogica? È facile essere critici nei confronti di chi ha abbandonato le barche che in seguito sono state recuperate, ma per qualcuno che non era lì è impossibile immaginare l’inferno che i loro yacht erano diventati.

Bisogna considerare che durante una scuffia a 180° c’è un impatto violento nel ribaltamento ma anche nell’eventuale raddrizzamento della barca. L’acqua può entrare dal tambucio, dalle prese d’aria, dalle prese a mare, dagli osteriggi, dalle maniche a vento e andare a bagnare suppellettili, vestiti, materassi, coperte e cuscini. Gli sportelli degli stipetti, dei gavoni, degli armadi possono aprirsi o rompersi riversando fuori barattoli di cibo, pentole, posate, attrezzature, effetti personali e altri materiali più pesanti. Gli stessi portelli del frigorifero e della ghiacciaia possono aprirsi sotto la spinta del loro contenuto. Le porte delle cabine possono fuoriuscire dai cardini. Le assi del pagliolato possono staccarsi. I tavoli del quadrato e dell’angolo di navigazione possono cedere, così come i serbatoi di acqua e carburante, il wc e perfino il motore entrobordo può staccarsi dai relativi supporti con disastrosi spargimenti di olii, combustibile e acque nere.

In vista di maltempo rizzare tutto anche dentro la barca

L’inchiesta sul Fastnet mise in luce che il bando di regata alla voce sicurezza avrebbe dovuto richiamare l’attenzione degli equipaggi sulla necessità di assicurare gli equipaggiamenti pesanti, le attrezzature e tutti gli stivaggi di materiali sia all’esterno che all’interno dell’imbarcazione in modo efficace anche in caso di scuffia a 180°.

Uno yacht si capovolge quando viene colpito da un’onda più alta del 55 per cento della sua LOA. Per gli scafi più leggeri di oggi, più inclini a ribaltarsi, la percentuale si abbassa al 40 per cento. La sicurezza in condizioni di mare estreme è stata compromessa da progettisti e studi di design dalla ricerca della velocità, la manovrabilità, il comfort e i volumi interni delle moderne imbarcazioni. È un compromesso che vale la pena prendere, però occorre salvaguardare i nostri cabinati e rispettare determinate regole di sicurezza

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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Corso di vela lezione 8: la scuffia

Cos’è la scuffia? Non è altro che il ribaltamento dell’imbarcazione dovuto all’errato o non sufficiente bilanciamento . Ad esempio una delle cause più frequenti è la reazione troppo lenta dell’equipaggio ad una raffica più forte delle altre.

Tutte le barche possono scuffiare?

In linea di massima si. Nelle derive scuffiare è quasi routine, non è pericoloso e per raddrizzare la barca ci vuole qualche secondo (purché si conosca la procedura corretta).

Al contrario con i cabinati la scuffia è altamente improbabile, capita molto raramente e solo a causa di gravi guasti o di onde particolarmente violente.

Se progettati bene, con ogni condizione di vento il bulbo riuscirà a bilanciare la spinta del vento sulle vele.

scuffia 1

La prima immagine mostra una barca a vela ferma, senza vento: la spinta del vento sulle vele è nulla perciò la forza prevalente che agisce sul baricentro della barca sarà il peso del bulbo. La barca sarà perfettamente dritta.

Nella seconda immagine l’azione del vento sulle vele è molto forte e tende a far “sbandare” la barca. Il peso del bulbo controbilancia questa forza ma non del tutto perciò la barca raggiungerà un equilibrio ma rimarrà leggermente sbandata.

scuffia 3

terza immagine : la barca è ancora più sbandata, l’area delle vele in cui agisce il vento si riduce mentre il bulbo farà più leva quindi sua azione sarà più efficace.

In generale possiamo affermare che più la barca sbanda, minore sarà la forza dell’azione del vento sulle vele e maggiore l’efficacia del peso del bulbo.  

La quarta immagine mostra una barca completamente “stesa”, inclinata di 90 gradi esatti. In questo caso l’azione del vento sulle vele è ovviamente nulla mentre il peso del bulbo avrà la massima rilevanza. Anche in questo caso il cabinato tenderà a raddrizzarsi da solo.

Come già detto in deriva è assolutamente normale scuffiare e, se si conoscono bene le azioni da fare, non è pericoloso.

scuffia 90°

Ovviamente tutti i membri dell’equipaggio finiranno in acqua ma il tuffo non deve essere casuale . Bisogna cercare di buttarsi in modo da evitare il boma e l’albero, da non rompere la vela e in modo da non finire troppo lontano dalla barca.

Esiste una sola regola di sicurezza in caso di scuffia: mai allontanarsi dalla barca .

Anche se scuffiata tenderà a scarrocciare velocemente, spinta dal vento e dalle correnti perciò esiste il rischio concreto di non riuscire più a raggiungerla. Inoltre, qualsiasi problema possa insorgere, la barca sarà sempre più visibile di un solo uomo in acqua e costituirà un’aiuto al galleggiamento.

Una volta in acqua è bene attivarsi subito per raddrizzare la barca prima che albero e vele vadano completamente sott’acqua portandola a 180° .

Ecco la sequenza corretta di azioni per un equipaggio di almeno due persone:

  • Il prodiere nuotando deve trascinare la prua in modo da portarla al vento ;
  • nel frattempo il timoniere va alla deriva e facendo peso con il proprio corpo su di essa manterrà la barca a 90°;
  • Il prodiere raggiunge il timoniere alla deriva e insieme tirano su la barca facendo peso su di essa;
  • Appena la barca si sarà raddrizzata il prodiere , sempre in acqua torna a tenere la prua mentre il timoniere sale;
  • Il timoniere controlla che la barca sia in grado di ripartire , timone e scotte devono essere libere;
  • Anche il prodiere sale a bordo e si riprendono le posizioni corrette;
  • Appena pronti si cazzano le vele e si riparte;

In caso di barche singole, come ad esempio il Laser, il timoniere dovrà fare tutto da solo. Prima dovrà ruotare la prua al vento poi andrà alla deriva e tirerà su la barca.

scuffia 180°

Nel caso di scuffia a 180° la procedura per il raddrizzamento è la solita, si allungheranno solo i tempi. La foto mostra la posizione corretta da assumere per fare la massima leva sulla deriva.

La barca tornerà prima a 90° poi potremo raddrizzarla del tutto.

Di seguito altre foto per capire meglio il meccanismo:

vai alle altre lezioni:

  • LEZIONE 1 : nomenclatura
  • LEZIONE 2 : da dove viene il vento?
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  • LEZIONE 4 : regolazione delle vele
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20/04/2015 - 13:59

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Burrasca in Atlantico Ocean Cat scuffia

scuffia con catamarano

Ancora un ribaltamento (il secondo) per Picciolini e Sardi impegnati nel record di traversata atlantica su catamarano aperto di 6 metri. Persi i contatti per 5 ore, poi la comunicazione che stanno bene.

scuffia con catamarano

Un colpo di vento a 40 nodi con onde fino a 6 metri hanno fatto ribaltare alle ore 2.50 (Utc) di  giovedì 14 febbraio Ocean Cat, il piccolo catamarano aperto con il quale Tullio Picciolini e Giammarco Sardi stanno tentando il record di traversata atlantica Dakar-Guadalupa. La scuffia ha provocato il blocco del segnale Gps che localizza il cat allertando anche la sala operativa che segue costantemente l'impresa. Per fortuna dopo poche ore, alle 6,50 (Utc), i due velisti hanno contattato con il telefono satelitare il loro team comunicando che stavano bene.  Ocean Cat si era ribaltato a 180 gradi, hanno riferito Picciolini e Sardi, avevano dovuto faticare non poco per riportarlo a 90 gradi e stavano procedendo a riparare il sistema di raddrizzamento per rimettere il catamarano in assetto. Operazione poi confermata alle ore 7.50 (Utc). Anche i sistemi Gps nel frattempo hanno ripreso a funzionare e i due navigatori stanno ultimando le verifiche alla barca per riprendere la navigazione. È la seconda volta che Ocean Cat scuffia, i due velisti, salpati il 5 febbraio, erano già finiti in acqua l'11 febbraio e il giorno precedente avevano rotto la deriva dello scafo di sinistra urtando un oggetto galleggiante. L'obiettivo di Picciolini e Sardi è battere il record tra Dakar e Guadalupa (2.551 miglia) stabilito da Vittorio e Nico Malingri nel 2017 in 11 giorni, 1 ora, 9 minuti e 30 secondi. Impresa che i numerosi imprevisti stanno rendendo sempre più complicata.

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La solennità di Palazzo Vecchio

Catamarano scuffia, l'uomo a bordo finisce in mare

Soccorso dalla guardia costiera.

Il catamarano soccorso

Il catamarano soccorso

Marina di Pietrasanta (Lucca), 8 giugno 2016 - Intervento di soccorso in mare della guardia costiera, questo pomeriggio, nelle acque antistanti Marina di Pietrasanta (Lucca), dopo che un catamarano ha scuffiato e l'uomo che era a bordo è finito in mare non riuscendo a risalire a bordo.

È stato poi recuperato dalla motovedetta della capitaneria di porto. L'allarme, intorno alle 15,30, è stato dato dal circolo velico di Marina di Pietrasanta: davanti al fosso Motrone, ad un miglio dalla costa, c'era un uomo affaticato ed in evidente difficoltà, che da oltre 15 minuti non riusciva a risalire a bordo ed a raddrizzare l'imbarcazione, a causa del forte vento che lo faceva scarrocciare a sud verso Viareggio.

Dalla sala operativa della Capitaneria di porto di Viareggio è stata così inviata la motovedetta di guardia Cp 813 che in pochi minuti ha raggiunto il catamarano scuffiato e ha iniziato le operazioni di recupero della persona in acqua e della stessa imbarcazione. Tutto si è concluso positivamente: il catamarano con la persona assistita a bordo ha poi ripreso regolarmente la navigazione per l'ormeggio presso il circolo velico di Marina di Pietrasanta.

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Derive e timoni automatici , rendono ancora più piacevole la navigazione con questi multiscafi dalla robustezza eccezionale.

Il montaggio a terra è semplicissimo: le traverse entrano in pochi secondi dentro gli appositi alloggiamenti incorporati negli scafi senza l’ausilio di alcun utensile; l’albero, grazie al particolare piede che aderisce perfettamente alla sfera del perno può essere alzato o abbattuto facilmente da due persone.

Tutte le altre operazioni estremamente facili non vi faranno perdere tempo a terra, regalandovi rapidamente così la meravigliosa sensazione di volare sull'acqua con il vostro Phantom 14' da soli oppure con 1 passeggero.

L f.t.: m 4,30 Larghezza: m 2,20 Dislocamento: Kg 90 Sup. velica: mq 10 H albero: m 7,50

È il compromesso , poiché è il giusto connubio tra praticità e divertimento.

Scafi costruiti in vetroresina stratificata a sandwich con rinforzi in fibre speciali ; l’albero in alluminio completamente stagno permette un facile raddrizzamento in caso di scuffia, pur essendo i Phantom particolarmente stabili. A richiesta l’albero a profilo alare può essere fornito in due parti e permettere il trasporto sopra il tetto della vettura, senza che venga pregiudicata la sicurezza in acqua. Tutti i profili che compongono il catamarano sono anodizzati , protetti quindi per durare nel tempo. Il fitting è Ronstan.

Il montaggio a terra è semplicissimo : le traverse entrano in pochi secondi dentro gli appositi alloggiamenti incorporati negli scafi senza l’ausilio di alcun utensile; l’albero, grazie al particolare piede che aderisce perfettamente alla sfera del perno può essere alzato o abbattuto facilmente da due persone.

Tutte le altre operazioni estremamente facili non vi faranno perdere tempo a terra, regalandovi rapidamente così la meravigliosa sensazione di volare sull'acqua con il vostro Phantom 16' in coppia oppure con altre 2 persone.

L f.t.: m 4,85 Larghezza: m 2,30 Dislocamento: Kg 120 Sup. velica: mq 16 Gennaker: mq 12 H albero: m 8,12

È il catamarano per le scuole di vela , villaggi turistici e le famiglie alle quali piace veleggiare in tranquillità, sicurezza pur conservando ottime prestazioni.

Scafi costruiti in vetroresina stratificata a sandwich con rinforzi in fibre speciali ; l’albero in alluminio completamente stagno permette un facile raddrizzamento in caso di scuffia, pur essendo i Phantom particolarmente stabili. A richiesta l’albero a profilo alare può essere fornito in due parti , senza che venga pregiudicata la sicurezza in acqua. Tutti i profili che compongono il catamarano sono anodizzati , protetti quindi per durare nel tempo. Il fitting è Ronstan.

Scafi a chiglia lunga , senza derive permette di essere utilizzati anche da un neofita della vela.

I timoni automatici , rendono ancora più piacevole la navigazione con questi multiscafi dalla robustezza eccezionale.

Tutte le altre operazioni estremamente facili non vi faranno perdere tempo a terra, regalandovi rapidamente così la meravigliosa sensazione di volare sull’acqua con il vostro Phantom Club in coppia oppure con altri 4 amici

L f.t.: m 5,05 Larghezza: m 2,45 Dislocamento: Kg 140 Sup. velica: mq 16 Gennaker: mq 12 H albero: m 8,12

È l’eccesso... per coloro ai quali piacciono le sensazioni forti .

Tutte le altre operazioni estremamente facili non vi faranno perdere tempo a terra, regalandovi rapidamente così la meravigliosa sensazione di volare sull’acqua con il vostro Phantom 18'.

L f.t.: m 5,45 Larghezza: m 2,45 Dislocamento: Kg 140 Sup. velica: mq 18 Gennaker: mq 14 H albero: m 8,50

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27 Gen Catamarano: ideale in vacanza e veloce in regata.

Il catamarano è una barca sempre più diffusa sia sulle spiagge che per chi ama fare le vacanze in barca a vela.

Questa barca ha la caratteristica di avere due scafi collegati da un ponte. La particolare forma dei catamarani li rende barche estremamente velici ed agili, ma anche comode e molto stabili.

Ma andiamo con ordine

In lingua Tamil kattu-maram கட்டுமரம்: significa letteralmente kattu “legare” + maram “tronco”, ossia legare insieme due tronchi.

Gli scafi dei catamarani infatti sono due tronchi legati insieme a formare una piattaforma. Su questa piattaforma è poi montato l’albero che tiene su le vele.

Una storia antichissima

Sebbene tu abbia sentito solo oggi parlare di catamarano, devi sapere che i pescatori indiani lo usano da circa 2500 anni, da quando alcuni pescatori del Paravas hanno avuto l’intuizione di aumentare la stabilità della barca da pesca legando due tronchi.

Così facendo hanno aumentato la larghezza dello scafo e ridotto l’attrito che la barca fa con l’acqua, migliorando le prestazioni.

Da quelle prime zattere ai catamarani moderni, di acqua questo tipo di barche ne ha navigata tanta, al legno si è sostituito il carbonio, alla canapa il dynema, alle liane l’acciaio, tuttavia i concetti base rimangono gli stessi: stabilità, facilità di conduzione, comodità e sopratutto velocità.

Le barche più veloci

Tra le barche dislocanti, ossia le barche che navigano con lo scafo immerso nell’acqua, i catamarani, come pure i trimarani, sono quelle più veloci,

Non sono dislocanti le cosiddette barche volanti, quelle che stanno sui foil, come i grandi monoscafi dell’ American’s Cup o i velocissimi Nacra 17 che vedremo durante le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Perché i catamarani sono le barche più veloci?

I fattori che determinano le grandi prestazioni dei catamarani in termini di velocità sono due: l’essere largo e fino allo stesso tempo.

catamarani

I due scafi del catamarano sono collegati da due traverse, sulle quali poi può essere montato un tendalino in materiale tessile, come nel caso dei piccoli catamarani da spiaggia, o addirittura le cabine come nei grandi catamarani da diporto, quelli che solitamente si usano in estate per le vacanze in Grecia o Croazia.

Il fatto che i due scafi sono così lontani permette un allargamento della barca e quindi di spostare il peso più in fuori.

Facciamo un passo indietro: come funziona una barca a vela

Se non sai come funziona una barca a vela provo a riassumerlo in poche parole.

La fisica della barca a vela è un argomento sterminato che non possiamo affrontare qui in modo completo tuttavia ecco alcune rapide nozioni per capirci qualcosa.

scuffia con catamarano

Una barca a vela procede grazie al vento che sulla vela genera una forza, Fv che fa spostare la barca.

Tale forza è generata sulla vela, per semplicità possiamo immaginare sia applicata in un punto a circa metà vela che è il nostro centro di forza.

Pensate ad una bottiglia piena d’acqua, se con un dito la spingo sul tappo, tenderà a rovesciarsi. Stessa cosa succede alla nostra barca, se applico la forza della vela in un punto a metà vela la barca tenderà a rovesciarsi, non si rovescia (scuffia) perché i velisti organizzano bene i pesi.

Sulla barca a scafo singolo abbiamo la deriva e in fondo il bulbo. Il bulbo è un grosso siluro in piombo che serve a dare stabilità alla barca.

Immagina di svuotare quasi tutta quella bottiglia d’acqua e lasciarne 5 dita sul fondo e spingere nuovamente sul tappo. Ora la bottiglia sarà più stabile perché la maggior parte del peso è distribuito molto in basso, lontano da dove applico la mia forza.

Stessa cosa succede con il bulbo: il peso in basso da stabilità alla barca. Questa è detta stabilità di peso .

Sul catamarano abbiamo invece una stabilità di forma, data dalla larghezza dello scafo.

Catamarano-disegno-forze

Infatti nel mio disegnino semplificato applico la forza Fr (rappresentata con il vettore rosso) nello scafo sopravento. Questo scafo è lontano dall’albero e quindi dalla randa dove applico la forza disegnata con la matita: Fv , la forza della vela.

Questa distanza D (in verde) crea un momento raddrizzante che fa si che un piccolo peso posto in A riesca a compensare la forza Fv della vela.

Se quindi facilmente compenso la forza della vela posso montare un albero più alto e quindi avere anche più vela e quindi più velocità.

Lo scafo e l’acqua.

Secondo vantaggio del catamarano è il basso attrito che fa con l’acqua. Il fatto che ha due scafi, di cui uno spesso sollevato, fa si che la parte immersa è minore rispetto ad una barca con la stessa superficie velica ma a scafo singolo.

Meno scafo vuol dire meno volume immerso che vuol dire meno acqua spostata il che vuol dire maggiore velocità.

Ecco i due segreti della grande velocità dei catamarani.

Due segreti che però nascondono due inconvenienti molto sgradevoli: la poca manovrabilità e la possibilità di ribaltamento.

Due scafi che come lame fendono l’acqua è adrenalina pura, tuttavia quando andrò a manovrare, a virare o strambare, mi accorgo che faccio una grande difficoltà perché la resistenza che due scafi fanno con l’acqua mentre giro è maggiore che se avessi uno scafo singolo, questo rende le manovre con il catamarano leggermente più ostiche, sopratutto se sei un velista alle prime armi.

Il catamarano non dispone del bulbo, una sicurezza in caso di sbandamenti eccessivi. Il bulbo, nelle barche grosse garantisce che la barca stia sempre dritta, magari molto sbandata, ma sempre con la coperta verso l’alto!

L’assenza del bulbo sul catamarano rende questo tipo di barche più instabili e le espone al rischio di scuffia, di ribaltamento, per questo è necessario sempre che l’equipaggio abbia una buona preparazione ed esperienza e presti la massima attenzione durante la navigazione.

Catamarano: comodo in vacanza e per una passeggiata.

Sicuramente su Instagram ti sarà capitato di vedere qualche post di un bel catamarano charter, di una vacanza in barca a vela a bordo di queste splendide imbarcazioni.

Sono sempre più diffusi i catamarani come barche da crociera, si prevede che entro il 2022 oltre il 50% delle crociere in Mediterraneo avverrà su questo tipo di scafi.

Il catamarano infatti essendo largo dispone di spazi molto più ampi rispetto alle normali barche a scafo singolo, più cabine e spazi comuni più comodi, questo rende il catamarano la perfetta barche per le vacanze estive.

È una barca perfetta anche nelle sue versioni da spiaggia, dove c’è un mondo ampissimo di appassionati che prendono il largo su migliaia di modelli diversi.

Catamarani da spiaggia, sportivi, sicuri e divertenti

I catamarani da spiaggia si dividono in tre macrocategorie: ci sono i catamarani volanti, i catamarani da regata e da passeggiata.

catamarano

Mentre inquadrare i primi è facile, sono i catamarani con i foil: abbiamo parlato prima del Nacra 17 (doppio misto olimpico) ma ci sono anche i Classe A (singoli) e tanti altri. Ormai il foil è entrato nel mondo della vela in maniera massiccia e ogni anno nuovi modelli, sempre più facili da utilizzare si aggiungo ai primi pionieristici esperimenti.

I catamarani da regata sono per esempio i Classe UACC o Classe A Classic, i Formula 18 o i Tornado. Sono barche in gergo si dice tirate, ossia con una maniacale ricerca sulle regolazioni, sui materiali, spesso carbonio e fibre ultraleggere.

Queste barche hanno scafi con linee d’acqua altamente performanti anche a scapito della stabilità.

Le tante regolazioni, la leggerezza e l’instabilità servono a cercare la maggiore velocità in regata ma questo comporta una difficoltà di utilizzo maggiore.

Per esempio su questi catamarani è quasi obbligatorio andare al trapezio anche con poco vento!

catamaran

Di solito si approda a barche del genere dopo aver fatto esperienza su barche più semplici.

Si comincia con il timonare quelle che sono le barche da passeggiata, la terza categoria.

I catamarani più robusti

I catamarani da passeggiata hanno un armo semplice, sono veloci da preparare e disarmare. Hanno scafi solidi e robusti, ma anche più pesanti. Sono barche che necessitano di poca manutenzione e sono l’ideale per chi deve fare pratica di vela o per chi vuole solo passeggiare in mare, senza avere l’ansia da prestazione, senza per forza volersi confrontare nelle regate più spinte.

Ciò non toglie che si possa comunque regatare con queste barche, in flotta, contro barche simili o con il sistema dei compensi.

Questo è solo una parte di quello che si può imparare sui catamarani e non abbiamo mai parlato di quanto sia divertente ed entusiasmante andare per mare con questo tipo di barche.

L’alta velocità, l’uso del trapezio, gli schizzi e l’adrenalina fanno di ogni uscita in catamarano un’uscita indimenticabile.

Oppure presto ti accorgerai che il tendalino è comodo, l’ideale per fermarti a largo, fare due tuffi rinfrescanti o guardare un tramonto bevendo una birra.

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Giacomo Tognon

La vela è una grandissima passione che mi accompagna da oltre 20 anni. Sono Istruttore FIV derive da qualche anno, da quando la vela è diventata anche la mia professione.

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scuffia con catamarano

Meaning of "scuffia" in the Italian dictionary

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La prima definizione di scuffia nel dizionario è cuffia. Altra definizione di scuffia è innamoramento, colpo di fulmine: si è preso una s. per quella biondona. Scuffia è anche sbornia: prendere la s.; che s.!.

ITALIAN WORDS THAT RHYME WITH SCUFFIA

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TRANSLATION OF SCUFFIA

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Trends

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Examples of use in the italian literature, quotes and news about scuffia, 10 italian books relating to «scuffia», 10 news items which include the term «scuffia».

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  23. scuffia

    She has the hubba-hubbas for me. Prove di scuffia: rovesciamento e raddrizzamento della barca. Scuffia tests: overturning and straightening of the boat. Ok, va bene, si è presa una scuffia per me. Okay, fine, she has the hubba-hubbas for me. Albero sigillato per ridurre la tendenza al rovesciamento in caso di scuffia.